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INSTALLAZIONE ED AGGIORNAMENTO COMPONENTE MXAGENT – SPECIFICHE DIFFERENZE DI AMBIENTI LINUX

La prima versione che attiva il Liveupdate Linux risulta la 2015G. Pertanto, la nuova installazione crea sempre la struttura di gestione componente, mentre in aggiornamento la procedura agisce solo se l’origine è inferiore alla versione 2015G.

Il servizio Mxagentserver viene installato con la seguente nomenclatura Mxagent<ServiceID MxServer>. In tal modo, si mantiene la stessa logica di Windows anche se vecchi setup (precisamente, i setup distribuiti prima della versione 2012B) potevano creare distinzione tra nome installazione e ServiceID di MxServer. In questo caso, si considera sempre ServiceID MxServer per determinare il nome del servizio Mxagentserver.

Assumendo ad esempio un’installazione con servizio MxServer denominato “MexalTest”, il servizio Mxagent installato avrà nome “MxagentMexalTest” indipendentemente dal nome installazione.

Root assume sempre la proprietà del servizio Mxagentserver, perciò viene avviato automaticamente dal sistema con tale utente e tutte le operazioni manuali (stop, start, status) devono avvenire con root medesimo.

La shell di avvio si trova nel percorso:

  • /etc/rc.d su SLES;
  • /etc/rc.d/init.d su CentOS e Red Hat in versioni 6 o inferiori

Sempre nell’esempio di shell “MxagentMexalTest”, si elencano le righe comando per avviare, arrestare o controllarne lo stato.

  • .../MxagentMexalTest start
  • .../MxagentMexalTest stop
  • .../MxagentMexalTest status

L’intero elenco di comandi si ottiene eseguendo la shell senza argomenti.

In ambiente CentOS 7 64 bit, la gestione dei servizi avviene tramite systemctl. Di conseguenza, variano i percorsi delle shell, ora localizzati in “/etc/systemd/system”.

Il nome delle shell corrisponde al nome dell’installazione con prefisso “Mxagent” e prevede l’estensione “.service”. Ad esempio, con nome installazione MexalServerTest, la shell si chiamerà MxagentMexalServerTest.service

Al servizio Mxagent non si accede direttamente tramite la relativa shell (per la quale si può omettere l’estensione “.service”), bensì tramite il comando “systemctl” con i relativi parametri.

Esempio con nome servizio MxagentMexalServerTest:

  • systemctl start MxagentMexalServerTest
  • systemctl stop MxagentMexalServerTest
  • systemctl restart MxagentMexalServerTest
  • systemctl status MxagentMexalServerTest

NOTA BENE: il parametro stop chiama in realtà un force-stop che procede anche in presenza di connessioni attive, cercando di chiuderle comunque correttamente. Questo comando è lo stesso che il sistema operativo lancia autonomamente in caso di arresto/riavvio della macchina

L’esito dei comandi non genera alcun output sulla console. Per verificare lo stato del servizio, occorre utilizzare il parametro status.

Risulta sempre possibile controllare e/o modificare la porta di ascolto Mxagent, agendo tramite menu Servizi – Configurazioni – Configurazione Moduli, voci PassMobile o WebDesk. Infatti, Mxagent si occupa anche delle componente server PassMobile e WebDesk, per cui risulta in ascolto su due porte distinte: chiaro e criptata. Per i dettagli sui moduli PassMobile e WebDesk, consultare il manuale al seguente riferimento: sezione “Servizi”, modulo “Configurazioni”, capitolo “Configurazione Moduli”, paragrafi “PassMobile” e “WebDesk”.

In quanto tale, il servizio di aggiornamento Liveupdate è raggiungibile esclusivamente sulla porta in chiaro.

Riguardo alla JVM caricata a run-time dall’installazione (ed installata una prima volta dal setup), si precisa la distinzione in base all’architettura del SO. Se quest’ultimo è a 32 bit, allora il setup installa la prima volta la JRE a 32 bit e tutta la catena Mxagent gira su Java 32 bit. Viceversa con SO a 64 bit.