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Gestione degli Enti No Profit

La locuzione “No profit” indica quelle organizzazioni non aventi scopo di lucro e rivolte al sociale. Esse hanno come obiettivo il perseguimento di obiettivi solidaristici, culturali, sportivi e, inoltre, hanno il divieto categorico di distribuire dividendi ai soci e di svolgere attività commerciali se non nei limiti strumentali al conseguimento degli scopi sociali. Il settore del “No profit” è detto anche terzo settore, collocandosi in posizione intermedia tra il settore pubblico e quello privato. Gli Enti No Profit solitamente assumono la qualifica di Enti non commerciali.

La forma giuridica più utilizzata dagli enti che svolgono attività non commerciali è l’Associazione. Le associazioni in generale hanno in comune l’organizzazione interna di tipo collettivo, la struttura societaria aperta, la natura non economica dello scopo societario. Tuttavia, al fine di perseguire il raggiungimento dell’oggetto sociale, il Legislatore ha concesso alle associazioni di svolgere anche attività commerciali.

I commi 1 e 2 dell’articolo 148 del TUIR, dispongono la disciplina generale di “non commercialità” delle attività svolte nei confronti degli associati in conformità all’attività istituzionale, ivi comprese le somme versate dagli associati stessi a titolo di quote o contributi associativi. Diversamente, si considerano effettuate nell’esercizio di attività commerciali, le cessioni di beni e le prestazioni di servizi agli associati verso il pagamento di corrispettivi specifici (disciplina specifica relativa ad attività commerciali connesse all’attività istituzionale); queste ultime soggette ad imposizione reddituale ed Iva. Infine, le attività svolte nei confronti dei terzi sono sempre soggette ad imposizione.

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